La richiesta di interventi di chirurgia estetica dei genitali femminili registra, ormai da anni, un forte incremento in molti paesi del mondo. A richiamare l'attenzione su questo argomento è una recente ricerca australiana, pubblicata sulla rivista "An International Journal of Obstetrics and Gynaecology".
Secondo i ricercatori, infatti, la richiesta di interventi di questo tipo, soprattutto di labioplastica, pratica che permette di ridurre la lunghezza delle piccole labbra, dal 2001 al 2010, sarebbe addirittura quintuplicata, mentre i motivi per i quali si ricorre alla chirurgia, risponderebbero ad un criterio estetico "ideale" e assolutamente non fisiologico. A partire da queste premesse, i ricercatori australiani si sono focalizzati sulla percezione di ciò che viene considerato "normale" e "desiderabile" per comprendere se, alla base di richieste di intervento in realtà non necessarie, potrebbero esserci alcune distorsioni percettive.
Infatti, le rappresentazioni culturali dei genitali femminili, veicolate attraverso la pornografia ma anche attraverso gli spot pubblicitari e le immagini del corpo femminile presenti sui magazine, rinforzerebbero l'idea che le piccole labbra debbano essere invisibili, con il rischio che da un ideale di bellezza distorto si passi ad una insoddisfazione verso il proprio corpo e alla richiesta di un intervento chirurgico non solo non necessario ma, per certi aspetti, rischioso. I ricercatori, quindi, hanno coinvolto 97 donne, tra i 18 e i 30 anni di età, il cui compito è stato quello di visionare un certo numero di immagini relative a vagine sottoposte all'intervento di labioplastica e vagine "naturali", non trattate chirurgicamente.
Il campione è stato suddiviso in 3 gruppi: il primo gruppo visionava foto di genitali "naturali", il secondo gruppo era sottoposto ad immagini di genitali chirurgicamente trattati e il terzo gruppo visionava per un certo tempo uno schermo bianco. Successivamente, a tutti e tre i gruppi venivano presentate immagini di vagine "naturali" e sottoposte a labioplastica, per poi rispondere ad un questionario rispetto a quanto avevano osservato.
Dai risultati è emerso come il gruppo che aveva visionato nella prima fase dell'esperimento "vagine ritoccate" ritenesse "normali", in misura significativamente maggiore rispetto agli altri due gruppi, le piccole labbra sottoposte ad un intervento di chirurgia estetica piuttosto che quelle naturali, sebbene tutti e tre i gruppi ritenessero i genitali modificati più desiderabili e affini ad un canone di bellezza estetica presente nella nostra società. Tale risultato, quindi, dimostrerebbe come queste donne abbiano avuto difficoltà nel riconoscere dei genitali femminili "naturali", suggerendo che l'esposizione ad immagini di vagine chirurgicamente "ritoccate" da parte dei mass media possa in qualche modo modificare la percezione femminile di ciò che è normale e desiderabile e, nello specifico, l'"assenza" delle piccole labbra. In definitiva, la ricerca australiana spiega in parte il vertiginoso aumento delle richieste di labioplastica in assenza di alcuna anomalia morfologica o trauma fisico. Infine, tale vertiginoso aumento delle richieste sarebbe riscontrabile anche in Italia: secondo i dati dell'Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (AICPE), le richieste per questo tipo di intervento, solo nel 2012, sono aumentate di quasi il 24% rispetto al 2011, pur rimanendo un intervento di nicchia.
L'uso e, a volte, l'abuso della chirurgia estetica soprattutto in riferimento agli organi genitali è da sempre un terreno di discussione accesa per i contenuti etici che implica, laddove la medicina non è al servizio della salute in senso stretto ma di un canone estetico che spesso deriva da un disagio psicologico e dalla difficoltà ad accettarsi per quello che si è. Proprio per questo motivo e sull'onda di ciò che sembra ormai essere di moda, all'inseguimento dell'eterna giovinezza, questo tipo di intervento dovrebbe essere affrontato con serietà e con la consapevolezza dei possibili rischi legati ad un'operazione chirurgica che ancora ad oggi viene considerata sperimentale.
Dr.ssa Michela Pieroni e Luca Pierleoni
Psicologa e Psicoterapeuta a Macerata
Articoli originali visionabili presso la Società Italiana di Sessuologia e Psicologia - SISP, all’indirizzo www.sisponline.it
Dr.ssa Michela Pieroni
Psicologa e Psicoterapeuta a Macerata
Iscritto all’Albo Professionale degli Psicologi della regione Lazio n. 19948
Laurea in Psicologia, Specializzazione in in “Intervento Psicologico nello sviluppo e nelle Istituzioni Socio-educative”
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