La parola sexting nasce dalla fusione dei termini inglesi sex (sesso) e texting (inviare messaggini). Il neologismo sta ad indicare l'invio di frasi e messaggi a sfondo sessuale corredati o meno da foto, autoscatti e selfie dai contenuti sensuali o, comunque, inerenti il sesso. Il supporto tecnologico di riferimento è, naturalmente, lo smartphone, ma non solo. Il sexting è oggi divenuto un fenomeno di proporzioni molto estese e, soprattutto per quanto riguarda i giovani e i giovanissimi, i rischi e le conseguenze della diffusione di contenuti e materiali erotici personali possono assumere tinte preoccupanti.
Molte sono le ricerche che, negli ultimi anni, si sono occupate del sexting (soprattutto tra i giovani) e il dato che le accomuna è quello che vuole il fenomeno in costante e irrefrenabile ascesa. Ad esempio, le percentuali riferite da Telefono Azzurro e Eurispes, 2012, dicono che immagini, messaggi e filmati a sfondo sessuale vengono ricevuti spesso da parte di amici (38,6%), del proprio partner (27,1%), di conoscenti (9,9%) e anche di estranei (22,7% dei casi). Ancora, in Inghilterra, secondo il report 2013 diffuso da Childline, 1 adolescente su 4 ha inviato proprie immagini o video esplicitamente osè, mentre l'indagine di Telefono Azzurro e Doxa Kids (2014) ha rivelato come il 35,9% dei ragazzi conosce qualcuno che ha utilizzato il sexting. Rispetto al mondo degli adulti, i numeri riportati dal Global Sex Survey 2015, indagine sulle abitudini sessuali e influenze della tecnologia sull'infedeltà, condotta dal sito di incontri extraconiugali AshleyMadison.com, che ha coinvolto un campione di oltre 76 mila utenti iscritti al sito da 27 Paesi diversi, parlano addirittura di un 92% di italiani che praticherebbe più o meno abitualmente il sexting sebbene, contemporaneamente, ben il 49% dichiari di fare sesso solamente una volta ogni due/tre mesi: che il virtuale venga preferito al reale?
Considerando la sempre maggiore diffusione del sexting tra gli adolescenti, l'allarme rispetto ad una scarsa consapevolezza nel diffondere foto, video o messaggi sessualmente accattivanti, riguarda la possibilità che tali contenuti finiscano fuori dal proprio controllo e possono nuocere alla persona coinvolta. Allo stesso tempo il sexting sembrerebbe collegato a fenomeni di microprostituzione, condotte sessualmente rischiose e abuso di sostanze e, non ultimo, alle nuove forme di cyberbullismo.
In questo senso, un esempio è ciò che viene definito Revenge Porn porno vendetta), ossia la pubblicazione di contenuti privati ed intimi, in caso di rottura della relazione, allo scopo di vendicarsi del partner.
Secondo una recente indagine svolta dalla Drexel University, il sexting sarebbe una pratica decisamente diffusa all'interno delle coppie di adulti: ben il 75% dei partecipanti alla ricerca ha dichiarato, infatti, di aver praticato sexting col proprio partner nel corso dell'ultimo anno, con grande soddisfazione a livello erotico e sessuale. Da questo punto di vista, infatti, lo scambio di materiale erotico, filmati e fotografie sessualmente eccitanti si configura come un gioco erotico capace di sostenere ed alimentare il desiderio sessuale e la complicità, nonchè di facilitare la condivisione di fantasie e di introdurre aspetti di novità nella routine sessuale delle coppie.
Nel corso degli anni sono fioriti diversi siti internet e, soprattutto, app per smartphone al fine di facilitare lo svolgimento di tale attività. Un esempio, in questo senso, è il famosissimo Snapchat, un'applicazione tramite la quale scambiarsi foto o brevi video (massimo 10 secondi) capaci di cancellarsi automaticamente dopo la visualizzazione. Ancora, l'applicazione Down permette di entrare in contatto con eventuali partner, passando per il sexting fino ad un appuntamento o un incontro sessuale vero e proprio.
Infine, altre applicazioni come Tinder, PlsPlsme, Pure e così via, sono nate allo scopo di mettere in comunicazione persone con gli stessi interessi sessuali, agevolando, di fatto, la ricerca di partner occasionali con le stesse esigenze di chi compie la ricerca.
Altri esempi di applicazioni che possono essere utilizzate per la condivisione di immagini o testi nel mondo omosessuale sono: Grindr, Manhunt, Bender, PlanetaRomeo, Scruff.
Dr.ssa Michela Pieroni e Luca Pierleoni
Psicologa e Psicoterapeuta a Macerata
Articoli originali visionabili presso la Società Italiana di Sessuologia e Psicologia - SISP, all’indirizzo www.sisponline.it
Dr.ssa Michela Pieroni
Psicologa e Psicoterapeuta a Macerata
Iscritto all’Albo Professionale degli Psicologi della regione Lazio n. 19948
Laurea in Psicologia, Specializzazione in in “Intervento Psicologico nello sviluppo e nelle Istituzioni Socio-educative”
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